In questo biennio quasi concluso i mercati sono stati coinvolti da crisi sanitarie, geopolitiche e alta inflazione. Le turbolenze generate stanno inducendo molti investitori, ancora inconsapevoli, a ricercare porti “sicuri” come gli investimenti in polizze assicurative a capitale garantito, per proteggere i propri risparmi (RAMO 1).
Ma siamo sicuri che questi strumenti siano l’ideale per gli investitori che ricercano protezione?
Per rispondere cerchiamo di capire, prima di tutto, come funzionano queste polizze.
Le polizze Ramo 1, conosciute come rivalutabili o a cap. garantito, si rivalutano sulla base dell'andamento di un fondo denominato “Gestione Separata”, ovvero distinto e autonomo dal patrimonio della polizza. Essendo una gestione separata viene richiesto all’investitore di sostenere dei costi d’ingresso, ovvero di caricamento (più o meno alti a secondo della società che li gestisce, in alcuni casi anche scontabili al 100%), e dei costi di gestione, ovvero quei costi necessari all’amministrazione del fondo.
Da cosa è composta la Gestione Separate?
Nelle esaminare le varie G.S, possiamo notare come al loro interno ci sia una ampia concentrazione di Titoli di Stato, per lo più, e titoli obbligazionari in generale.
Nell’esempio qui riportato vediamo come la composizione totale espressa è formata per quasi il 90% da Titoli di Stato (più della metà sono BTP e CCT) e da altre obbligazioni ad alto rating creditizio (ovvero emesse da altri stati o società solide).
Perché Titoli di Stato?
Il Titolo di Stato, viene paragonato a un titolo Risk-Free (ovvero esente da rischi) in quanto la solidità dello Stato, a cui si prestano capitali, è in linea di principio maggiore delle aziende o altri enti che compongono lo Stato stesso. Per questo motivo il titolo viene giudicato come lo strumento che più si avvicina all’assenza di rischio.
(Attenzione: si avvicina, non è privo, in quanto anche lo Stato può andare in default)
I Titoli di Stato (come le obbligazioni più in generale) riconoscono il rimborso del capitale a scadenza e il pagamento di una cedola al creditore, ovvero l’interesse.
Come funzionano le Gestioni Separate?
La struttura della G.S funziona con un meccanismo rolling, ovvero comprano obbligazioni a lunga scadenza, le portano a scadenza e con il ricavato comprano altri titoli di egual durata, garantendosi cosi un rendimento proporzionale agli interessi percepiti negli anni da enti, società e stati.
Continuando l'analisi dello strumento in questione, possiamo vedere come il restante 10% invece sia composta da Obbligazioni di società non quotate, Azioni di società non quotate e quote di OICR. Non proprio essenti da rischi.
Ma allora come fanno a offrire la garanzia del capitale e del rendimento?
Tra poco ci arriviamo, prima però continuiamo con l'analisi per comprendere meglio questo strumento.
Il rendimento delle Gestioni Separate dipende, come abbiamo visto, principalmente dalla performance dei titoli in cui vengono investiti i fondi. Negli ultimi anni, il rendimento dei titoli di stato, che spesso costituiscono una parte significativa degli investimenti delle Gestioni Separate, è diminuito costantemente. Ciò è dovuto principalmente a una combinazione di politiche monetarie accomodanti da parte delle banche centrali che ha portato ad un aumento dei prezzi dei titoli di stato e a un conseguente calo dei loro rendimenti.
Esempio di funzionamento del rolling.
L'immagine ha solo una funzione esemplificativa
La risultante di questa operazione genera un rendimento medio ponderato sempre inferiore per il sottoscrittore che invece pagherà sempre le stesse commissioni nel tempo (svantaggio).
Ora che abbiamo capito il funzionamento e il perché la soluzione del capitale garantito ha portato rendimenti sempre più contenuti nelle Gestioni Separate, possiamo fare dei ragionamenti:
Cosa hanno all’interno le gestioni separate?
1 Titoli di stato (superano l'80% del totale degli attivi nella stragrande maggioranza dei casi)
2 Altri strumenti, quotati e non quotati, come fondi e azioni.
Per caso i titoli al punto 1 e 2 sono sterili dai movimenti di prezzo?
NO! I fondi e i Titoli di Stato non sono sterili, l’unica sicurezza, salvo un default, è che nella componente obbligazionaria, a scadenza, viene rimborsato il capitale prestato. Nel mentre però ci sono movimenti di prezzo più o meno marcati. Nelle obbligazioni (sia governative che societarie) se i tassi d’interesse di riferimento (quelli decisi dalle anche centrali) scendono il prezzo dei titoli sale, viceversa se i tassi d’interesse salgono il prezzo scende.
Perché questa relazione tra prezzi e tassi?
Le dinamiche che influenzano il rendimento dei titoli di stato sono più intricate di quanto possa sembrare a prima vista. Adesso non è il momento di analizzarle dettagliatamente, ma posso fornire un esempio che chiarisca il concetto.
Supponiamo che ieri lo Stato abbia emesso un'obbligazione con un rendimento del 2%, mentre oggi ne emette una con rendimento dell'1%, entrambe con la stessa scadenza e livello di rischio. Cosa accadrebbe al titolo emesso ieri?
La risposta è che il titolo al 2% varrebbe di più. Questo perché, a parità di rischio e emittente, l'obbligazione di ieri offre un rendimento superiore rispetto a quella di oggi. Di conseguenza l'obbligazione emessa oggi risulterebbe meno allettante per i risparmiatori.
Qual è la situazione attuale?
Per la prima volta dopo oltre 10 anni, i tassi d'interesse stanno salendo vertiginosamente in tutto il mondo. Questo, per la relazione che spiegavo poc'anzi, sta portando a ritracciamenti a doppia cifra dei prezzi delle obbligazioni e quindi dei Titoli di Stato. Nell'immagine che segue tratta da un articolo del Sole 24 Ore si evidenzia cosa comporta a livello di prezzo un aumento dei tassi di interesse.
Riassumendo!!
Negli ultimi 10 anni abbiamo avuto una riduzione sempre maggiore dell'interesse offerto dai titoli di stato che ha portato a una riduzione constante dei rendimenti medi offerti dalla G.Separata (causa rolling). La riduzione dei rendimenti abbinati a un contesto inflattivo come quello attuale non danno la possibilità di proteggersi dall'inflazione (svantaggio).
Per i titoli in scadenza si andranno a riacquistare titoli di stato con rendimenti sicuramente maggiori (vantaggio).
Tutti quei titoli che non sono vicini alla scadenza andranno a subire perdite sul prezzo proporzionali a quanto riportato nell'immagine sopra (enorme svantaggio).
Ma allora come fanno a proteggere il capitale??
Non lo fanno, è solo un archibugio finanziario. (AGGIORNAMENTO: vedi caso Eurovita)
Come già accaduto nel 2018 e nel 2020 chiedono di poter contabilizzare i titoli al costo storico, il che significa al costo di acquisto, sterilizzando le perdite che però rimangono.
Ma non vi preoccupate, le compagnie assicurative stanno provvedendo a queste situazioni. Non per proteggere voi ma loro stesse. Infatti, per ogni euro che queste compagnie raccolgono devono mettere da parte un capitale di riserva volta a tutelare le prestazioni. Questo capitale di riserva sta aumentando significativamente e per le compagnie sta a significare maggiori costi e minor possibilità di trarre profitti. Per questo motivo a molti clienti che hanno sottoscritto prodotti di ramo 1 stanno arrivando lettere come questa qua sotto!!
Soluzioni?
TEMPO: Quando però parliamo di investimenti l'unica garanzia che conosco e mi sento di consigliare è quella che alberga nella gestione del tempo. Il tempo è l'unico alleato e l'unico mezzo in grado di proteggere e generare profitto.
DIVERSIFICAZIONE: La diversificazione sia in ambito di scelta di strumenti che di orizzonti temporali è un ottima medicina per attenuare le oscillazioni in cui si può incorrere durante un piano di investimenti.
STRATEGIA: Con essa si delinea l'investimento da percorrere e tutte le operazioni propedeutiche alla conservazione e al generazione di valore nel tempo.
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